Fenicotteri rosa della Sardegna: meraviglia da tutelare

A volte mi capita, mentre percorro la strada per la bella spiaggia di Porto Taverna, di intravedere dall’auto i pacifici Fenicotteri rosa della Sardegna.

 

 

Sono quelli della laguna di San Teodoro, stanno calmi sull’acqua, in  gruppo, bellissimi,l’orizzonte sullo sfondo.

Mi capita così di decidere di saltar giù dall’auto e di avvicinarmi al bordo della strada per ammirare questi splendidi animali, i loro colori. E’ bello ammirarli da lontano, senza disturbarli, con emozione e rispetto…

Per non parlare di quando colgo con lo sguardo la pattuglia area più pacifica e colorata che conosca. Pattuglie molto particolari che pennellano i cieli della mia isola, uccelli migratori che planano, a volte danzano e poi “grufolano” in cerca di cibo….

 

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Questi trampolieri si possono trovare nei tanti stagni della Sardegna: quello del Monlentargius (Ca), oggi area protetta liberata tempo fa dai tralicci dell’alta tensione; lo stagno di Posada, la laguna di Santa Gilla, lo stagno di Cabras, quello bellissimo di Sa Curcurica (tra Orosei e Siniscola), presso Chia  e la laguna di San Teodoro.

Dalle nostri parti li chiamano anche “genti arrúbia, zente rúbia o ruja” cioè «gente rossa» ma il loro nome viene dal greco phoinikópteros che significa appunto “dalle piume rosse” o “ala di porpora”. Nella lingua sarda il fenicottero si dice anche “mangone, mangoni, mengoni” (log.e camp.), che potrebbe derivare da margone, malgone «smergo» (uccello acquatico) (M.P.).

Curiosa l’assonanza dei termini “flamingo”, con i quali vengono chiamati in inglese,  e “flamenco”, quasi un’evocazione  della danza, dell’eleganza, del colore seducente di questo animale.

 

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Le zone umide della Sardegna sono oggi tutelate come habitat ideale per questi uccelli sociali che si nutrono di crostacei grazie ai loro becchi, stando spesso su una sola zampa, a quanto pare per non disperdere il calore

Il loro colore è dovuto al fatto che una volta adulti si cibano di piccoli molluschi, ricchi di un pigmento rosso che una volta assimilato si manifesta nelle piume. Un fenicottero variopinto, in salute e colorato riesce a essere di maggiore attrazione per il partner.

I fenicotteri rosa sono dei migratori, arrivano in Sardegna per svernare, ma da molti anni sono tante le colonie che scelgono lo Stagno di Molentargius per nidificare, rendendolo un luogo di grande importanza ambientale da proteggere.

 

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Segnaliamo a proposito della nidificazione un bel post dell’amico Daniele Puddu su una nidificazione dei Fenicotteri Rosa a Cagliari che ha dato vita a migliaia di piccoli ( i pulli) dal piumaggio bianco, nati appunto nel parco di Molentargius.

Dobbiamo però sempre tenere alta la guardia sulla loro tutela.   Arrivano a volte notizie cupe come la molto triste uccisione di alcuni fenicotteri rosa avvenuta tempo fa presso lo stagno del Sinis, fatti che mi hanno ricordato altri episodi di inciviltà ai danni degli animali.

Se mai ce ne fosse bisogno hanno rafforzato il desiderio di protezione di ogni forma di bellezza della nostra terra che dobbiamo contagiare come un mantra benevolo soprattutto ai nostri ragazzi affinché divengano ambasciatori di rispetto e convivenza.

La speranza è che quei colori rosa intenso, possano sempre accordarsi in modo armonico con l’azzurro dell’acqua, il verde delle canne, la luce del sole che si riflette sullo stagno.

Ringrazio l’amico Mirko Elia, appassionato di fotografia naturale per le bellissime foto di questo post .

Alcune Idee semplici:

  • Mi piacerebbe mettere una microcamera sulla zampa dei fenicotteri e filmare l’arrivo in Sardegna, il loro viaggio dall’alto. Sempre che questo non sia un danno o un fastidio per loro, un pò come in quel bellissimo film “Il popolo migratore “
  • Mi piacerebbe che il Comune di Cagliari ne facesse una mascotta, un cartoon 3d, un simbolo del turismo scolastico, naturalistico, tutela dell’ambiente e brand della città insieme.

 

 

2 Comments on “Fenicotteri rosa della Sardegna: meraviglia da tutelare”

  1. io sto scrivendo una favola sui fenicotteri, per spiegare ai bambini cosa sono gli uccelli migratori.

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