Mare di Sardegna per viaggiatori.


Il turista di  oggi è  anche un viaggiatore , e spesso oltre al relax  ricerca avventure da ricordare .
Possiamo  parlare di un turista a due dimensioni , forse anche a tre, un turista web 3.0 oggi diremmo, che ricerca luoghi e strutture per poter  costruire un’esperienza unica.

L ‘esperienza quindi, come ben sanno gli esperti di marketing esperienziale , diviene fulcro della vacanza e del viaggio, in una ricerca  sempre più consapevole e ricca di informazioni.

Un ricercare che è ormai non solo orizzontale ma verticale, dove ad interessare sono le sfumature, il confronto, la condivisione di interessi e di argomenti e la localizzazione precisa delle emozioni desiderate  nell’ ambito di  un approccio che oggi si definisce “glocale”, sintesi di specificità locali e bisogni globalizzati .

Forse non proprio tutto ci interessa quindi come viaggiatori, ma di un viaggio vogliamo e domandiamo  alcuni tratti particolari  e ci tuffiamo alla  ricerca di consigli, itinerari, sapendo che ogni singolo aspetto di un luogo può essere letto con una molteplice valenza .

Hotel in Sardegna
quindi,  ma da valutare e suggerire, da cucire alle esigenze particolari di turisti-viaggiatori alla ricerca non solo di relax  e  sole.

Percorsi ed  itinerari personalizzati ,confrontati e trasmessi.

Ecco che  immersioni, esplorazioni e gite, piccole o grandi  ,  altro non sono che il  bisogno atavico ed antico di rigenerazione e  di conoscenza; di uno stretto scambio con la natura circostante, nell’ esaltazione delle prerogative sensoriali .

Il viaggio ed il trasporto possono avere questa doppia lettura,  una  tappa obbligata verso un periodo di villeggiatura, o un’ avventura anche essa carica di emozioni da ricordare .

La Sardegna ed il suo mare possono offrire queste sensazioni rigeneratrici in un ciclo perpetuo, che riscoprendo tradizione e storia ben si adatta alle esigenze di ciascun viaggiatore.

Ecco che le stelle possono essere quelle di un hotel o le tante da ammirare la notte di ferragosto da una spiaggia tra familiari ed amici .

Così il sapore del mare è probabilmente lo stesso conosciuto dai marinai di migliaia di anni fa e dai suoi viaggiatori; ed ormeggiare una barca o un piccolo gommone in un’ atmosfera di quiete estiva suscita a volte una strana sensazione che vivifica lo spirito, sia essa per sport, per divertimento  o per semplice attitudine all’ acqua.

Così pure la forza delle immagini e dei colori, il sole che gioca con il bianco degli hotel o delle case, il blu sfumato ceruleo delle onde,  o nella  notte che arriva, il mare color vino rosso che ci rimanda a scenari antichi.

Così il vento, gli ormeggi da fissare, il risvolto dei pantaloni da abbassare, i passi lenti nell’acqua, il lento avanzare tra barche ferme, i cavi, i  piloni, i remi, il salnitro, l’odore di creme e solari.

I rumori della risacca, della marea blu, i colori cobalto azzurro intenso, le spiagge dalle rocce scolpite, l’odore della legna per falò estivi, gli uomini e le donne del mare, i viaggiatori e i marinai, gli oceani al di la dello sguardo, da immaginare o vivere.

Ed é bello scoprire che sono tanti gli  elementi che si intersecano, e  ognuno con un fascino diverso, in un’esperienza di viaggio nel mare di Sardegna .

Così le barche del porto e del lungomare, il profumo del vino , il pesce da assaporare appena grigliato , i pescherecci , le pelli colorate o bruciate dal sole, le rughe come strade.

Così le lenze, le reti , le  giacche a vento, le cerate, i tatuaggi da marinai o di uomini alla moda, il tempo che ondeggia come le vele bianche delle barche in lontananza, la  birra fresca da portare alle labbra.

E così pesci che frigolano sulla carbonella,  i  ricordi  dei  commercianti che trasportavano oro, argento e grano , dei  guerrieri di una volta, della nostra amata isola.

Probabilmente le regole del mare sono eterne, e consola sapere che resteranno  per molto immutate;cosi come le emozioni da esso  suscitate  e la possibilità di ritrovare  quel qualcos’altro che rigenera, grazie ad  una patria oltre l’ orizzonte da riscoprire ogni volta.

A noi il compito di intercettare questi cercatori di esperienze, e dare a ciascuno la chiave per un viaggio personalizzato, un’ immersione nel territorio e nella sua storia che potranno poi trasmettere e condividere .
A noi il compito di costruire delle Vacanze in Sardegna per soddisfare queste nuove esigenze radicate nella storia del viaggio.

 

 

 

Sappiamo che diverse persone che si apprestano alla preparazione delle loro vacanze in Sardegna, ricercano, oltre ai servizi essenziali necessari per assicurarsi un tranquillo e comodo soggiorno – di solito un appartamento o un Hotel in Sardegna – anche itinerari turistici particolari, ognuno ha le sue preferenze: si ricercano itinerari naturalistici, enogastronomici, archeologici, storici ed in generale percorsi che portino alla scoperta della cultura millenaria dell’isola. In questa sede vorremmo raccontarvi una nostra personale esperienza di nuoresi, persone, almeno in apparenza, abituate a frequentare i luoghi più autentici della Sardegna, quali sono i paesi dell’entroterra barbaricino. Si da il caso che a 15 minuti di strada da Nuoro, capoluogo della Barbagia, una delle zone più aspre e impervie della Sardegna, si trovi un paese chiamato Mamoiada. Il centro urbano seppur di piccole dimensioni (conta poco più di 2.000 abitanti) si fa sentire anche oltremare, soprattutto nel periodo di Carnevale tra gennaio e febbraio. La notte di Sant’Antonio Abate, il 16 gennaio, patrono amato dalle comunità sarde, è tradizione accendere diversi falò; a Mamoiada però questa data coincide anche con la prima uscita nelle strade del paese, di oscure, misteriose, antichissime maschere carnevalesche: sono i Mamuthones e gli Issohadores. I primi, personaggi scuri coperti in volto da un fazzoletto e una maschera neri, e da una pelle di pecora grigia e nera con una serie di campanacci di varie dimensioni appesi dietro la schiena, secondo la tradizione sarebbero prigionieri di origine araba catturati dagli Issohadores, che rappresentano gli isolani; questi ultimi sono invece più colorati, al tradizionale berretto nero è abbinata una maschera bianca, una giubba rossa con dei ricami floreali e dei pantaloni bianchi su gambali neri. In realtà sotto il profilo antropologico le maschere, oltre al richiamo del rapporto tra l’uomo e l’animale, rappresentano il ciclo della natura, il passaggio dall’inverno alla primavera, il ciclo infinito della vita e della morte. Nelle fredde notti invernali barbaricine le maschere fanno la loro comparsa per ricordare a uomini e donne che siamo una infinitesima parte dell’universo, che rappresentiamo la natura perché da essa veniamo e che il rispetto verso la nostra terra deve accompagnarci passo dopo passo ogni giorno della nostra vita.
Per respirare le intenzioni che le maschere barbari cine lasciano nell’animo dei sardi, dunque per interpretare personalmente i molteplici significati che la nostra terra offre al suo visitatore, potete visitare (aperto tutto l’anno) a Mamoiada il Museo multimediale delle Maschere Mediterranee. Incontrerete non solo giovani esperti che vi illustreranno piacevolmente gli aspetti della nostra cultura millenaria ma vivrete un’esperienza magica di pura estasi e poesia tra musica e maschere della Sardegna. Il Museo mette a disposizione la possibilità di esplorare con un itinerario particolare Una giornata in Barbagia la cultura dell’entroterra barbaricino.

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