L’isola di San Pietro e Carloforte

“Eternu gìu dansa/reshpiù e sushpiù/d’amante ad amante/eccitante magìa/se rinnöve/shtanötte infinìa/ch’a shcrove/a me nötte/a to nötte/suli/in ta fragransa/dell’erba/shtanötte superba”

 

Carloforte – scorcio. Credits: ana del castillo/shutterstock.com

 

“Eterno gioco danza respiro e sospiro d’amante ad amante eccitante magia si rinnova questa notte infinita che scopre la mia notte la tua notte soli nella fragranza dell’erba questa notte superba. “Grammatica Tabarkina di Nino Simeone

Proseguiamo il nostro viaggio per le isole della Sardegna.

Abbiamo parlato de La Maddalena, abbiamo fatto qualche accenno all’isola di Mal di Ventre.

Oggi vi portiamo con noi a sud, nella stupenda Isola di San Pietro nell’arcipelago del Sulcis.

Un’isola molto particolare dove ogni angolo è diverso dagli altri.

Cinquantuno kilometri quadrati di natura selvaggia con un unico centro abitato, Carloforte, fondato durante il regno di Carlo Emanuele III da una colonia di pescatori liguri provenienti da Tabarka, un’isola al largo della Tunisia.

Una cittadina magnifica,con viottolini stretti tutti colorati e vecchi palazzi settecenteschi e ottocenteschi. Ma, la cosa che colpisce maggiormente è il dialetto parlato dai carlofortini, un misto tra genovese e sardo, più il primo però!

 

Carloforte – borgo. Credits: ana del castillo/shutterstock.com

 

Coperta da una fitta vegetazione di macchia mediterranea tra cui spiccano il pino d’Aleppo, il rosmarino e la palma nana, l’isola di San Pietro è caratterizzata da coste alte e rocciose di origine vulcanica.

È nota dal punto di vista geologico per le commenditi, rocce il cui nome deriva da una determinata zona dell’isola dove sono state studiate e classificate per la prima volta.

A nord e a occidente il territorio appare più incontaminato e si distingue per la continua presenza di sporgenze e rientranze a picco sul mare che possono raggiungere centocinquanta metri.

 

 

Qui a San Pietro è presente anche un’Oasi LIPU che si estende con una superficie di 236 ettari e dove nidifica il Falco della Regina.

All’interno dell’oasi vi sono luoghi da ammirare completamente assorti, luoghi che non è possibile descrivere a parole. Per esempio Calafico, una caletta di massi e rocce stupenda con un fondale ancora più spettacolare.

Un consiglio? Munitevi di canoa, maschera e boccaglio ed esploratela tutta alla perfezione… rimarrete senza fiato per la sua bellezza, la sua natura, la sua quiete.

 

Le colonne – Carloforte. Credits: Antonio S/shutterstock.com

 

Poco distante vi è anche il Faro di Capo Sandalo, il più occidentale d’Italia, poi il golfo del becco e gli scogli delle Spine.

 

Faro – Isola san Pietro. Credits: antonio S.

 

Lungo la costa si possono trovare anche spiagge e spiaggette di sabbia, più adatte alle famiglie con bambini.  Fra le più importanti ricordiamo, posta a occidente, La Caletta, che è anche la più estesa. Mentre, nella spiaggia della Bobba ci sono le famose Colonne, due faraglioni di roccia trachitica emergenti dal mare, di fronte all’isola di Sant’Antioco. E ancora Puntanera

Altri punti d’interessa paesaggistico da visitare sono la grotta di Punta delle oche, la grotta di Nasca e il Trogiu, una piscina naturale scavata dalla natura in mezzo agli scogli. E poi Calavinagra un grande fiordo, tra i più belli dell’isola.

Per quanto riguarda la cultura dell’isola un cenno meritano sicuramente le tonnare.

 

 

Una tonnara è l’insieme di reti con una forma particolare utilizzata per pescare il tonno. Le reti vengono messe in acqua a giugno, nel punto in cui la corrente fa passare i tonni che poi vengono catturati quando all’interno delle camere della tonnara ce ne sono a sufficienza. Tale momento viene chiamato mattanza.

Di questi pesci viene lavorata ogni loro parte, non si butta via niente e, infatti, il tonno viene anche chiamato “il maiale del mare”, proprio per questo motivo.

 

 

Le foto che vedete qui sono state scattate da me e Claudio Simbula mentre in città si stavano svolgendo il Girotonno, manifestazione organizzata proprio durante la mattanza e dedicata al tonno (anche se quest’anno c’è stata una versione un po’ diversa).

Le altre immagini potete vederle su Tag Sardegna e sulla pagina Facebook.

 

di Giulia Madau

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